Ieri è mancato un gigante.

Sulle sue spalle abbiamo potuto vedere e poi toccare il futuro.
Steve Jobs era un leader visionario, una di quelle persone che predetermina il proprio futuro.
Che è diverso da programmarselo, perché, da quanto ho ascoltato di lui, non ha mai programmato nulla.

Ha semplicemente visto avanti e ci ha buttato il cuore.

Le sue parole, nel discorso ormai famosissimo (http://www.youtube.com/watch?v=oObxNDYyZPs) inebriano chiunque di passione per la vita.
Per questo ogni insegnante dovrebbe rimpiangere Steve Jobs, ma di più, dovrebbe seguirne l’esempio.

Perché insegna a noi e ai nostri ragazzi ad essere coraggiosi, ad amare ogni singola azione che stiamo facendo, compresi gli errori.
Perché ci spiega come dare agli errori un senso, come unire i puntini della nostra vita per costruire il futuro e vivere il presente, ogni singolo istante.

E, credo, dovremmo rimpiangerlo per la sua coerenza.
Perché ha vissuto davvero seguendo il suo errore, non facendosi distogliere dalla paura.

Dovremmo rimpiangere ogni Steve Jobs che se ne va, ogni esempio come lui, ogni uomo coraggioso e coerente che ci appassiona e ci spinge verso l’alto.
Perché alla scuola questo manca, e manca perché noi non lo facciamo.

Dovremmo rimpiangere Steve Jobs, ma forse, di più, dovremmo cercare di diventare tutti come lui.
Per muovere le coscienze ancora prima delle menti, per riscattare i valori ancora prima di giudicare, per vedere finalmente che ai nostri ragazzi brillano gli occhi quando ci ascoltano.
Credo, per dare una direzione diversa al futuro che ci attende.